Umanità
I rapporti tra figli e genitori non sono mai idilliaci. Uno dei tanti problemi che li assilla è il conflitto generazionale che spinge il figlio o la figlia o la figlia a sostituire suo padre o sua madre. Quando gli uni entrano nel pieno della vita, gli altri si avviano verso il declino e la morte.
Coloro che nei momenti di crisi si appellano all’umanità,
hanno una concezione eccessivamente ottimistica dell’essere umano. Ignorano (o
fingono di ignorare?) che l’esistenza comune poggia sulla menzogna, la
prevaricazione sul più debole, l’ossequio per il più forte E questa condotta
non regola soltanto le guerre o i comportamenti di associazioni malavitose, ma
la stessa vita quotidiana: gli abituali rapporti tra marito e moglie, tra
genitori e figli, tra colleghi di lavoro. D’altra parte la ragione umana non è
un riflettore che illumina vaste zone della realtà, ma una flebile candela, che
si adopera nelle notti oscure per non inciampare. Ora che il mondo si presenta come
un intreccio di eventi svuotati di senso diventa ancora più problematico
predicare l’umanità.
Non ci si deve preoccupare dell’immagine che gli altri
hanno di noi, perché in ogni caso sarà falsa o imprecisa.
Per vivere in pace con se stessi bisogna non prendersi
troppo sul serio, come conviene a chi è in minima parte artefice della propria
sorte e in gran parte un prodotto del caso. Una persona siffatta non si lascerà
adescare dalle chimere della società di massa, convivrà con gli altri senza
voler imporre le proprie opinioni, ma senza neppure sacrificarle alla volontà
generale.
L’animale più sofferente (l’uomo) ha inventato il riso.
Abbiamo sofferto della cieca confidenza
nell’onnipotenza della ragione come di una grave malattia.
Alla modernità che vorrebbe instaurare l’anomia
bisogna ricordare che “Senza regola, non ci può essere né competizione, né
gioco d’azzardo”. ( R. CAILLOIS, I giochi e gli uomini, Milano,
Bompiani, 1995, p. 93).
Preferisco convivere con il dubbio quando la
pubblicità diffonde facili ricette per la felicità, rozze certezze per
integrarsi nel mondo.
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