"Nuovi credenti"

 I “nuovi credenti” quando vedono che la loro ideologia è stata confutata dagli avvenimenti, si rifugiano nella tesi del complotto. Qualcuno avrebbe tramato contro la storia perché il suo radioso destino non si realizzasse.

 

Pensare senza avere pensieri diventa obbligatorio quando la Filosofia è divenuta un’istituzione con tanto di accademie e professori.

 

Un’attività è libera solo se abbiamo la possibilità di agire diversamente. Così si spiega il piacere del gioco.

 

Basta una cieca convinzione a rassicurare la gente comune. Il tifoso di calcio che esulta perché ha appreso che il suo idolo non verrà ceduto a un’altra squadra è più felice di me, che mi interrogo sul significato della mia esistenza.

 

Noi tutti pretendiamo che le nostre esperienze abbiano un senso. Ma la vita quotidiana, in cui siamo costantemente immersi, si dimostra priva di scopi. La pubblicità  ci impantana in valori discreditati esigendo un assenso incondizionato.

 

Viviamo in un flusso di messaggi ininterrotto, sommersi dall’eccesiva quantità delle notizie messe in circolo per confondere le nostre idee.

 

Se la verità è tanto splendente perché non viene accolta a braccia aperte dagli uomini? A che cosa se non a un colpevole autoaccecamento dovremmo attribuire la sua misconoscenza? Chi sguazzerebbe in un pantano invece di camminare su una comoda strada che ci condurrebbe proprio là dove vorremmo Andare?

 

Il mondo somiglia a un grande teatro. Essere una persona normale significa recitare la parte che gli altri si attendono da noi. Quanto più  l’interprete esegue con diligenza il ruolo che non ha scelto (ovverosia quanto più è abile a mentire), tanto più riscuoterà successo.

 

Ci si rallegra della crescita (fisica e mentale) del bambino. E della lenta, inesorabile decadenza dei genitori cosa dobbiamo pensare?

 

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