Ossimori
Il cristiano dovrebbe adoperarsi su questa terra per guadagnarsi una “félicité future et inconnue” (LEOPARDI, Epistola 816) nell’oltrevita. In realtà questa condotta vale solo per i giorni festivi. Nella vita degli altri giorni i cristiani, come il resto degli uomini del mondo globalizzato, seguono le regole della società industriale, che promette una felicità immediata, basata sulla competizione senza esclusione di colpi e il consumo del maggior numero possibile di merci, sull’arricchimento e il libero dispiegarsi della sessualità.
Il cristianesimo si propone un fine troppo elevato (la
preparazione all’oltrevita e alla resurrezione universale) per poter
riconoscere l’evoluzione.
“Fede è sostanza di cose sperate / ed argomento delle
non parventi” (DANTE, Par, 24, 63-64 con evidente allusione alla Lettera
agli Ebrei 11, 1 :”Est fides sperandarum substantia rerum argumentum non
parentum”. Ora per la scienza che si risolve in un rigoroso approccio empirico
non può esserci posto per la fede.
“I trenta anni gloriosi” a cui i più alludono con
rimpianto come il periodo del boom economico sono stati anni di continua
tensione tra le forze legate a blocchi politici contrapposti. Poi negli anni
Sessanta è scoppiata la contestazione giovanile, protrattasi per quasi un
ventennio, convinta di abbattere il capitalismo entro tempi brevi. La sinistra,
certa del crollo dei suoi avversari, attendeva di subentrare nella gestione del
potere.
È un adynaton: un capitalismo che non inquini il
pianeta e le coscienze.
Il politico cerca di conseguire un obiettivo
impossibile: non scontentare nessuno; in seconda istanza punta a istigare gli
scontenti contro i partiti avversari. Agisce quasi sempre sul filo del codice
penale: a lui fa comodo che la struttura giudiziaria non funzioni.
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