Polimathia


Nell’epoca, che con toni trionfalistici viene definita digitale, c’è un eccesso di conoscenza (spesso di scarsa qualità), la quale proprio in virtù della sua abbondanza e del suo confuso reperimento perde valore, Manca un’istituzione che riesca a gestirla come ha fatto per millenni la biblioteca. Un unico strumento convoglia gli studi specialistici assieme alla chiacchiera urlata dai social media. Se le fake news sono sempre esistite, oggi di sicuro sono più pericolose a causa della loro crescita esponenziale e della loro vorticosa capacità di propagazione.

 

Si crede con. grande anticipo, che il flagello della pandemia stia per concludersi e già si pregusta l’euforia della ripresa, che ci esorta a pensare in grande. “Costruiamo insieme un grande futuro”! (E’ lo spot martellante del Sole24ore).

 

Le soluzioni dei problemi imminenti rimangono materia di convegni e dibattiti che alla fine partoriscono progetti pluriennali che promettono un futuro equo e  sostenibile.

 

Se non cambiano gli obbiettivi la crisi sarà permanente.

 

Beati i mediocri perché saranno sempre soddisfatti della propria esistenza. “Il non sentire e il non saper [li] scampa” (G. LEOPARDI, I nuovi credenti, v. 90).

 

Le scoperte meravigliose, gli strumenti prodigiosi di oggi, che suscitano il nostro entusiasmo, domani diverranno scontate, se non obsolete, scalzate da nuove invenzioni.

 

La Chiesa nello stesso tempo critica i principi del capitalismo e pratica i suoi metodi di marketing.

 

La pubblicità fa di tutto per convincerci della validità di un’equazione spuria: produttività = felicità.

 

L’uomo, che impiega i più sottili stratagemmi per aggirare le norme da lui stesso stabilite, come potrebbe impartire lezioni di etica alle macchine intelligenti?

 

Tanti magistrati, tanti tribunali, tanti avvocati (lautamente pagati), poche sentenze dilazionate in tempi biblici, scarsa giustizia.

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