Partiti

 Il partito comunista si era organizzato sul modello della chiesa cattolica, con la sua aspirazione a redimere il mondo, i suoi santi da venerare, i suoi chierici incaricatici di sorvegliare l'ortodossia e censurare sul nascere il minimo accenno di eresia , con il proselitismo che garantisse al massimo l'espansione (conversione) verso nuovi fedeli, il suo catechismo da impartire fin dall'età più precoce, le sue manifestazioni di massa per dimostrare di essere uno stato (alternativo) nello stato. Gli altri partiti, per non soccombere, si adeguarono a quel modello. Su tali presupposti si diffuse il primato della politica.


Le masse non hanno accolto il marxismo come una teoria critica del capitalismo; lo hanno abbracciato come una profezia messianica.


L'attuale partitocrazia è ineliminabile fino a quando esisteranno le elezioni. Per essere investiti del potere non c'è altro modo che partecipare al voto, possibilità consentita solo ai partiti. Chi li contesta e vuole scalzarli deve fondare un altro partito, perpetuando il circolo vizioso.


In post-democrazia le elezioni si concludono sistematicamente senza vincitori e con l'impossibilità di formare una maggioranza.


Si costituiscono avanguardie con il compito di guidare le masse verso un futuro radioso. Ma una volta raggiunto il potere, pensano soltanto a perpetuarlo.  Tutti i politici, una volta eletti si sentono unti dal signore, come i giornalisti che con loro stanno a stretto contatto.


L'Italia è una repubblica fondata sui partiti. Stando così le cose diventa facile per il politico autoassolversi dalle proprie responsabilità.


Ogni volta che un terremoto provoca notevoli danni si inveisce contro l'inosservanza delle norme antisismiche; ogni volta che un fiume straripa, una frana dissesta il territorio, si tuona contro i mancati piani urbanistici. Si parla e ci si sdegna sempre dopo che i disastri sono avvenuti. La prudenza di Epimeteo.


La "quarta rivoluzione" industriale non è una nostra scelta spontanea , ma un'imposizione della tecnoscienza.


Da due secoli l'uomo ha cominciato a sfruttare e a manipolare la natura intensivamente, concependo il mondo come plasmabile all'infinito e sottoposto al controllo della scienza.



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