Istituzione
Chi rappresenta un'istituzione ha l'obbligo di parlare anche se non ha niente da dire; a volte deve pronunciare perfino parole che non pensa.
La politica parla dai talk show con arroganza proclamando la propria indispensabilità e infallibilità. I giornalisti, quando intervistano i politici, si spacciano per notai dell'opinione pubblica. Del resto lo spettacolo televisivo non incoraggia dialoghi socratici.
Dopo numerose prediche mediatiche si è diffusa la convinzione che i cattivi amministratori possano fare delle buone riforme.
Davvero viviamo nella migliore delle forme di governo possibili? Così tutti i politici attuali e i loro lacchè. Chi osa dubitarne viene bollato dal pubblico ludibrio. Eppure nelle democrazie avanzate (invecchiate?) il cittadino, frastornato dalla pubblicità insonne, svende allegramente la propria libertà e la propria dignità al politico di turno e/o agli illusionisti del marketing.
Chi salverà l'umanità dalla febbre dei sondaggi, che vorrebbero certificare ogni giorno la sua incontestabile felicità?
Il giornalismo è consustanziale alla politica. Costituiscono il retto e il verso di una confusa pagina di una storia universale.
La sistematica evocazione della democrazia da parte delle vestali della politica assomiglia a un rito scaramantico. Il mondo appartiene a chi sa manipolare l'opinione pubblica.
In un mondo votato allo spettacolo perenne tutti devono mettersi in mostra, pena l'esclusione dall'attualità. Le manifestazioni devono attirare un ingente numero di persone, altrimenti saranno seppellite dalla vergogna dell'insuccesso.
Non si attraggono le coscienze senza una costante caccia al consenso. I comunicatori sanno bene quanto sia fondamentale per loro mostrarsi sempre al passo con i tempi e vicini alle esigenze alle esigenze degli utenti a cui si rivolgono quotidianamente per vendere se stessi e/o i propri prodotti.
Pesano sui nostri destini come macigni: l'onnipotenza dei politici, che possono fare e disfare qualsiasi cosa a loro piacimento (sono loro che alla fin fine stabiliscono a cui gli altri debbono obbedire), l'onnipotenza dei giornalisti, che in un modo o nell'altro si trovano a stretto contatto con i politici, il servilismo dei pubblici dipendenti che mai osano opporsi alla tracotanza dei politici, anzi fanno di tutto per compiacerli, l'opportunismo dei privati cittadini, che sperano sempre di ottenere qualche favore dai politici.
Una mente sgombra dall'incantamento dei media può facilmente cogliere i paradossi generati dalla cattiva organizzazione del mondo.
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