Passaggi
La giovinezza è l'età dell'irrequietezza, del vano agitarsi per un "vago", ma insaziabile avvenire; la maturità è il periodo dell'inquietudine, dell'impegno nel lavoro, nella formazione e nel sostentamento della famiglia; la vecchiaia è il tempo della riflessione consuntiva, che può soltanto rivelare risultati mediocri: quasi tutti hanno una moglie e/o un marito, dei figli e dei nipoti; le ore (libere da impegni) ben presto affogano nella noia; le malattie cominciano a punzecchiare come zanzare.
Gran parte del passato mi appare oggi completamente estranea, come se mi fossi risvegliato da un sonno di cui sopravvivono sogni confusi. Resto immobile sul letto come se cercassi di afferrare ricordi smarriti.
Trascorsa la giovinezza, età in cui ci si allena a vivere, si rimane seduti in panchina, in attesa che l'allenatore ci ordini di entrare in campo.
Tutti attendono, come tossicodipendenti, le ultime notizie dal mondo quasi dovessero confermare le loro aspettative.
La pubblicità non fa che vendere sogni, filtrati dai media, mentre si compiono i consueti riti giornalieri.
È una legge de mercato: dinnanzi all'invadenza dei venditori l'individuo di solito non è in grado di opporre un deciso rifiuto e il più delle volte si lascia irretire. Spesso confonde la felicità con il conseguimento dei beni suggeriti dalla pubblicità.
Stuoli di visionari veleggiano verso il futuro.
Commenti
Posta un commento