Insomnia
Chi soffre d'insonnia si chiede con angoscia quali siano i rapporti del tempo con l'eternità. Per gli altri gli anni scorrono di compleanno in compleanno: dalla foto dinnanzi alla prima candelina alla foto da incastrare sulla lapide.
Proclami, manifesti e promesse solenni: tutto materiale per elevare un monumento alla noia.
Riesco a immaginare l'immortalità come un'insonnia senza fine accompagnata da solitudine e silenzio. Vortici di insensatezza intossicano i miei pensieri.
Solo chi soffre d'insonnia può avere presentimento dell'eternità: il tempo strozzato dall'angoscia, l'agitarsi senza fine nel letto, i pensieri che non riescono a scivolare nell'incoscienza.
Senza l'alternanza tra il sonno e la veglia la vita diventa una tortura.
Nelle notti insonni i minuti si trasformano in ore.
Senza diversioni il tempo non scorre. Le lancette rimangono inchiodate sul quadrante e uno stormo di pensieri tetri avvolgono il cervello. Si vorrebbe compiere qualsiasi cosa per uscire dal tilt psicologico e non si sa che fare. Se sei seduto sulla poltrona pensi che camminando su e giù per la stanza o per la piazza potresti allentare la tensione; se passeggi credi di non poter proseguire un minuto di più senza crollare a terra. La solitudine ti pesa, ma lo sguardo degli altri ti inquieta come se potesse leggere la tua miseria interiore. Vorresti non pensare a nulla e sei invaso da un formicaio di idee sconnesse.
L'insonnia e l'eternità: uno stallo del tempo.
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