Poesia
Nel mondo moderno (come già intuiva Leopardi) non c’è posto per la poesia. Il futuro che l’uomo va progettando non la prevede in alcun modo. A lei si possono ancora rivolgere quei pochi che non accettano di lasciar amministrare la propria vita da un Apparato che governa il pianeta asservendolo a uno sciocco principio di utilità, promettendo un improbabile felicità universale. Solo chi non condivide l’ottimismo globale, predicato dalla Pubblicità, si rivolge alla poesia per rifiutare l’omologazione, protestare contro la banalità che lo circonda. Si tratta di alcuni isolati quasi certamente destinati alla disfatta. Ma che cosa significa non essere sconfitti? Avere il coraggio di non cedere, di non sottomettersi mai.
L’innamorato sfugge alla tirannia dell’utile che lo
accompagna in ogni occasione della sua esistenza normale. Pur di suscitare
l’interesse dell’amata, non esita a rendersi ridicolo, umiliarsi, dilapidare le
proprie risorse economiche.
La definizione di uomo libero espressa da Aristotele:
eleuthepos o autou eneka kai me allou õn è libero colui che è fine a se stesso
non di un altro (Metaph. 982 b 25) mal si adatta
all’uomo moderno, che cerca in ogni circostanza di ingraziarsi i potenti.
La vita, uno sforzo senza scopo e senza fine, rimanda
sempre ad altri momenti; l’ultimo è fatale.
L’utopista è, per esprimermi con il Machiavelli, colui
che trascura ciò che si fa, concentrandosi esclusivamente su ciò che si
dovrebbe fare.
Si afferma, come un assioma, che il progresso della
tecnica accresca la democrazia. Una
delle poche voci fuori dal coro è quella di Umberto Galimberti: “
affermo che la democrazia è incompatibile con gli apparati tecnici” (E.
BONCINELLI – U. GALIMBERTI, E ora? La dimensione umana e le sfide della
scienza, Torino, Einaudi, 2000, p. 123).
Potremmo considerare la scienza come un iceberg di cui la tecnologia rappresenta la parte emergente. I profani vedono solo questa e ne restano incantati. Sono pronti ad affidarle tutti i loro risparmi in cambio della speranza di un maggior benessere. Sono come bambini nel mezzo della giostra, che rimangono stupiti di fronte a macchine spettacolari e si convincono che la felicità consista nel salirci sopra.
Commenti
Posta un commento