Paradiso
Le chiachiere dei bar e dei passeggeri nei filobus riflettono le pagine dei quotidiani locali o dei net-work globali.
Siamo sicuri che dinnanzi alla telecamera
l’intervistato dica tutta la verità e nient’altro che la verità? O non cercherà
piuttosto di incarnare le goffe controfigure dei propri idoli mass-mediali?
La speranza dell'oltrevita si fondava sull'assurda convinzione che l'universo fosse fatto per noi. Ma che dovremmo dire della promessa del paradiso in terra?
Non è possibile disporre dei mass-media, un occhio
puntato sul mondo ventiquattro ore su ventiquattro e non attendere con
impazienza che qualche cosa di
straordinario accada. Siamo diventati voyeur planetari.
Ê ancora possibile parlare di etica quando per
qualsiasi azione le decisioni vengono stabilite da un apparato impersonale?
Oramai l’unico atto di libertà sembra consistere nel rifiuto del copione.
Consiglierei agli uomini liberi uno sport difficile ma
gratificante: svincolarsi dai sistemi di controllo sociale.
Ê tempo di mettere in discussione la fede
nell’ineluttabilità del progresso, scuotere la certezza che per ogni dolore sia
disponibile una terapia per mezzo della pratica della resilienza.
Lo sviluppo della fisica novecentesca ha dimostrato
come un accrescimento della conoscenza possa rendere il mondo più paradossale.
( Cfr. H. PUTNAM, Realismo dal volto umano, Bologna, Il Mulino , 1995,
p. 115).
I poeti parlano sempre di se stessi, Ê forse per
questo che hanno pochi lettori.
L’intellettuale impegnato finiva puntualmente con il
fare il ventriloquo di un’ideologia. Diveniva il banditore di promesse,
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