Il male di vivere

 

La vita sociale si basa sul sistematico fraintendimento dei suoi componenti. Si stringono accordi di non sapere che, presto o tardi, almeno uno dei contraenti li infrangerà. Ci si impegna a ritardare il più a lungo possibile, il momento dei chiarimenti.

 

Non diversamente dalla religione, il tempo a cui si appella la scienza è il futuro, il momento in cui si realizzerà il miracolo. “Ancora non riusciamo a comprendere come il nostro cervello riesca a generare il pensiero, ma tra breve le nostre conoscenze miglioreranno. Ancora ignoriamo le cause dell’invecchiamento, ma negli anni a venire la ricerca otterrà risultati inimmaginabili”. Nessuno si rende conto che il futuro che il futuro è il tempo che non ci appartiene. Dobbiamo vivere oggi.

 

“Invocare un generico e imprecisato futuro per legittimare scelte e condotte presenti è un’operazione per più versi scorretta” ( SERGIO MORAVIA, L’esistenza ferita. Modi di essere, sofferenze, terapie dell’uomo nell’inquietudine del mondo, Milano, Feltrinelli, p. 103 corsivo nel testo).

 

“In verità, l’uomo è realmente un problema” (S. MORAVIA, Ivi, p. 142. Il corsivo e nel testo). Da ciò deriva il valore (la necessità?)  della filosofia in quanto tenta di fornire in maniera mai definitiva una risposta alla sua contingenza, che un diffuso ottimismo di parata vorrebbe eludere.

 

L’integrazione dell’uomo con il mondo è sempre difettosa. Tanto più si soffre, quanto più si avverte la difficoltà di adattarsi alla realtà.

 

L’intellettuale raggiungeva la sua investitura ufficiale quando veniva invitato a collaborare a un rotocalco.

 

Si consolida il principio del “tirare a campare per cui chi occupa un posto in un’istituzione si disinteressa dei compiti che un tale impiego comporta, si preoccupa soltanto di prolungare la propria esistenza per un tempo indefinito, ripete, meccanicamente, giorno dopo giorno, i propri gesti, aspettandosi  chissà quali miracoli nel futuro. Si espande una folla anonima dove tutti consumano gli stessi prodotti, fanno le stesse vacanze, guardano gli stessi film e le stesse trasmissioni televisive.

 

Cercando l’onnipotenza la scienza tenta di equipararsi al Creatore.

 

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