Mass mediologia
Non si fa politica per qualcuno o per qualcosa, la si fa contro qualcuno. Si lotta per sconfiggere l’avversario e metterlo a tacere, Gli ideali giustificano a priori il comportamento del militante ma non determinano la sua strategia che ricerca la vittoria ad ogni costo.
Perché si dovrebbe sostenere artificialmente il libro
tramite l’intervento delle autorità pubbliche? Sovvenzionare le case editrici e
le librerie, promuovere la lettura con spettacoli da saltimbanchi? Se il libro
fosse indispensabile a questa società non si reggerebbe con le proprie gambe?
La letteratura deve essere imposta con la morbida persuasione della pubblicità,
o è un bene che si promuove da sé?
Secondo l’ideologia corrente bisogna vivere in fretta
senza riflettere sulle azioni che si devono compiere, essere puri esecutori di
comandi insensati. Ogni giorno ci viene suggerito di vivere senza pensare come
animali al pascolo selezionati dalla statistica, appagarsi di piccoli e
ripetuti godimenti. I principi morali sono divenuti risibili perché non c’è
moralità dove la libertà viene narcotizzata dall’apparato.
Con i trionfi della tecnologia siamo diventati
spettatori universale di un mondo che non comprendiamo. Questa è la principale
causa del disagio degli uomini nell’affrontare la vita, compressi tra
l’abbondanza dei beni da consumare e la mancanza di fini nelle loro azioni.
Le notizie diffuse dai mass-media son al di là del
vero e del falso. Piovono sui cervelli inermi ottundendo ogni vestigio di senso
critico. Ben pochi sono in grado di verificare l’attendibilità di un annuncio
televisivo o di un articolo provocatorio di un quotidiano. Ci si deve affidare
alla buona fede del giornalista.
Il futuro viene presentato come un presente emendato
dai suoi difetti accidentali. Ciò dimostra la tenacia con cui nell’opinione
pubblica è radicata la certezza del progresso. Chi accoglie la politica come
una fede e la militanza come una missione non percepisce la Storia come un succedersi
di eventi senza nesso, una accozzaglia di eventi confusi, ma come un processo
che tende a un fine determinato ( che immancabilmente coincide con il trionfo
della propria parte).
La speranza presuppone un’attesa di cui non si riesce
a prevedere la durata e che, in ogni caso, non si risolverà mai completamente.
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