Destra-sinistra-centro

 Chi ha appreso a leggere efficacemente non ha bisogno della promozione alla lettura. Può solo migliorare le proprie competenze con un esercizio continuo e spontaneo. La biblioteca dovrebbe essere una palestra che fornisce lo spazio e gli attrezzi per allenarsi senza sosta.

 

Una biblioteca deve favorire la totale autonomia di giudizio, la completa indipendenza dalle dicerie che circolano sui mezzi di informazione. Il proselitismo e la profilazione non sono compatibili con questi scopi.

 

“Affrontare la fase di transizione che stiamo vivendo”. È un ritornello che viene ripetuto almeno dall’Ottocento. Si deve sempre ricominciare a vivere

 

I conteggi quotidiani degli ammalati e dei morti per covid s’alternano a prospettive di vacanze sempre più  appaganti nel futuro a breve termine. È come se si organizzasse un concerto rock in un cimitero.

 

Molti di coloro che in gioventù volevano sovvertire il mondo ora si mimetizzano nella normalità spicciola, nelle subdole lusinghe della moda.

 

Il mondo si regge su equilibri quanto mai precari: il sistema economico è traballante, la popolazione continua ad aumentare, le risorse del pianeta diminuiscono, i politici rimandano qualsiasi decisione e si abbandonano alla propaganda permanente per paura di perdere il posto.

 

Da tempo la politica si è suddivisa in sinistra (rivoluzionaria) e destra (reazionaria). Qualcuno più moderato e prudente si è inventato il “centro” appellandosi al principio aristotelico. Nella fase post-elettorale, al momento delle alleanze, per accrescere la diplomazia, si sono escogitati termini come “centro-destra” e “centro-sinistra. Da questa accozzaglia dovrebbe generarsi la democrazia bipolare (maggioranza – opposizione).

 

Nella democrazia dello spettacolo sono i clown a vincere le elezioni.

 

Pubblicitari e utopisti si credono capaci di trasformare i desideri in certezze.

 

 

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