Nemini servire

  

  Nel pubblico impiego predominano la furbizia, il servilismo, il sotterfugio e l’omertà. Chi non accetta questo stato di cose viene isolato, ignorato sia dai subordinati sia da coloro che dovrebbero dirigerli. Io comunque ormai ho deciso di “fare parte per me stesso”. Praestat nemini servire quam alicui imperare.

 

Lo spirito critico, acquisito con lo studio e la riflessione, è il fondamento di ogni professione, non l’addestramento e l’imitazione passiva di procedure apprese meccanicamente.

 

C’è chi per prestigio e/o per denaro si assume responsabilità che è cosciente di non saper assolvere. Tutta la sua vita si risolve in una finzione, nell’incespicare su un terreno sdrucciolevole.

 

Si presentano come società progressive ed efficienti, in grado di controllare gli inevitabili sbalzi dell’economia. Non si pongono domande esistenziali.

 

I mediocri costruiscono sull’ipocrisia la felicità della propria vita.

 

Il progresso persegue un benessere confezionato a misura delle masse: un lusso mediocre alla portata di tutti, che rischia sempre di essere sommerso da un’inaspettata crisi economica.

 

I Sessantottini hanno fallito due volte: prima come studenti, poi come educatori.

 

Di sviluppo intellettuale è problematico parlare. Chi scriverà un’altra Iliade? Chi emulerà i dialoghi di Platone?

 

L’ideologia è dogmatica: crede di detenere il monopolio della verità. La filosofia è impegnata a riflettere sui dubbi.

 

Il partito comunista è servito da modello agli altri partiti della prima repubblica, imitato nella sua organizzazione, nelle sue manifestazioni pubbliche. Soltanto che a tutti gli altri è mancato l’afflato religioso di un paradiso da conquistare, l’idea messianica di un’umanità perfetta.

 

Gli intellettuali, per un lungo periodo hanno impiegato il loro tempo a stabilire se un particolare comportamento fosse di destra o di sinistra.

 

 

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