Intermittenze

 L'ultimo giorno di scuola che precedette il primo fu accompagnato da un'indistinta tristezza. Era la fine dell'adolescenza: dovevamo affrontare la prima responsabilità mondana. I ricordi di cinque anni di esistenza in comune  si contraevano in pochi istanti destinati a svanire. Non saremmo più tornati in quelle aule. Ognuno di noi  avrebbe seguito strade diverse, molti non si sarebbero più rivisti. 


Passati i trenta anni si congedano da una condotta di vita sregolata: si mettono in pantofole e ricoprono gradualmente i ruoli familiari: buon marito, buon padre, nonno affettuoso.


Immersi nella palude del conformismo credono di uscire dall'anonimato utilizzando i media digitali.


La vita è talmente assurda che non possiamo escludere a priori un'oltrevita.


Produttività del male: le aziende più redditizie sono le associazioni criminali. I più abili interpreti dei mass-media sono i terroristi.


Quello che negli anni Settanta sembrava impensabile è accaduto: il materialismo neoliberista ha surclassato il materialismo storico. Hanno tagliato la barba a Marx.


Dicono che l'ottimismo sia il sale della vita. Evitano di pronunciarsi sulla qualità della pietanza. 


Gli economisti immancabilmente si chiedono come si possa superare la crisi, non per quali motivi la crisi sia scoppiata. Così dopo un breve periodo di convalescenza ci si ritrova nella depressione.


L'Italia permane nella continua manutenzione dei tecnici, monitorata da continui consulti di specialisti, attraversata da continue processioni di veggenti.


La scienza medica si vanta di aver prolungato. grazie a formidabili progressi tecnologici, la vita. Se nel 1900 la sua durata media era di 43 anni, adesso rasenta gli ottanta. Nietzsche  sosteneva che l' "ultimo uomo" vive più a lungo.

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