Comunicazione

L'attentato alle torri gemelle ha sfruttato appieno i meccanismi che regolano la società comunicazione illimitata. Un evento inatteso e cruento ha attirato le telecamere, che hanno diffuso contemporaneamente in tutto il mondo le immagini raccapriccianti. All'improvviso le televisioni hanno interrotto i programmi abituali e hanno indetto un'edizione straordinaria. subito sono spuntati i giornalisti a rincorrere freneticamente le notizie e rappresentare lo stupore collettivo rovesciando fiumi di parole.


La continua autocelebrazione della democrazia dovrebbe renderla sospetta ad ascoltatori spassionati. Ma oramai la grande maggioranza dei cittadini è incantata dai mass-media.


Nel ronzio delle opinioni che si propaga per l'universo mediatizzato, nel vortice di informazioni che si accumulano senza che i destinatari siano in grado di verificarne  l'attendibilità. I giornalisti sono le zanzare della democrazia.


Tutto congiura alla bancarotta della morale. Il consumismo solletica i vizi piuttosto che le virtù dei cittadini.


La sovrabbondanza non favorisce una corretta dieta mediatica. Una televisione che offre sessanta film al giorno non può venire incontro alle esigenze del telespettatore.


Il "messianismo rivoluzionario" ha ritenuto che la la "rivoluzione proletaria" costituisse il fine e il termine della storia dell'umanità, la nascita della società perfetta benedetta dalla felicità collettiva. Era il surrogato della speranza religiosa nella vita eterna.


I giovani capelluti e barbuti degli anni Sessanta-Settanta che sfilavano nei cortei agitando coloriti manifesti e vomitavano slogan che, alcuni anni dopo, sarebbero stati presi a modello dai registi del marketing consumistico, erano palesemente ridicoli. Eppure i giornalisti e gli intellettuali li hanno spacciati per officianti di un culto palingenetico.


Per augurare il buon anno a tutti i cittadini il capo dello stato si rivolge alla nazione con un discorso condito di buoni propositi e frasi di circostanza. Tutti i politici plaudono in coro. E' uno dei rarissimi casi in cui si raggiunge l'unanimità.


La famiglia allargata celebra il rito della cena al cospetto della televisione accesa. Un neonato siede accanto al tavolo sul seggiolone: già insegue con gli occhi le immagini in movimento, s'agita al suono della musica. Nasce in breve tempo un nuovo teleutente.


I costi del marketing li paga il consumatore (benché non se ne renda conto), l'anello più debole della catena.


I media praticano una sorta di eufemismo collettivo. E' sufficiente cambiare nome perché gli aspetti sgradevoli svaniscano. Basta chiamare "termovalorizzatori" gli inceneritori e scompare qualsiasi sospetto di inquinamento. Basta sostituire vecchiaia con longevità.

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