Giorno dopo giorno

 Giorno dopo giorno, attaccati alla ruota di un avvenire che si prevedeva straordinario, se non paradisiaco, tutti si danno da fare: accumulano sotterfugi, intrecciano menzogne, innalzano castelli di speranze, si rincorrono, si calpestano per guadagnarsi uno spazio adeguato sulla superficie del mondo. Poi, a ogni capodanno, rovesciano la clessidra.


L'ideologia tende a manipolare le idee per attribuire agli eventi un senso consono alle sue categorie di pensiero. La sua logica è l'intransigenza, che divide il mondo in buoni ( coloro che la pensano come lei vorrebbe) e in cattivi ( quelli che la pensano diversamente).


Nei film (almeno in quelli della mia giovinezza) alla fine, dopo varie peripezie i buoni trionfavano. Invece nella vita ordinaria prevalgono i cattivi (violenti, mentitori, sfruttatori, corruttori). Non per nulla le organizzazioni malavitose sono le più redditizie.


La pubblica amministrazione è l'azienda dove i dirigenti si comportano come uscieri e gli uscieri come dirigenti.


Cosa fa l'impiegato? Ignora tranquillamente le discipline che regolano la sua attività. Completa le pratiche applicando le regole empiriche apprese con l'anzianità di servizio e l'imitazione dei colleghi più vecchi. È un po' quello che tutti fanno con la vita.


Ogni partito, davanti alle telecamere è apoditticamente certo della propria verità e del torto degli oppositori.


La politica si regge su un mugolo di di chiacchiere diffuse e amplificate dal giornalismo.


È del pubblicitario il fin la meraviglia.


L'ostentazione della felicità è un fenomeno di massa. Basta osservare nei concerti rock i giovani, imbottiti di alcool e droga, che si dimenano come ossessi e accompagnano, tra un grido e l'altro, il loro idolo che canta.


L'umanità è la clientela dell'industria planetaria, la cavia del marketing globale.

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