Tramonto dell'ideologia

 Le utopie  che prospettavano una felicità totale per tutti i membri della società si sono rilevate incubi.


Perché si dovrebbe votare oggi? Un tempo la scelta era ideologica. C'era un partito che si riteneva predestinato da una missione storica: elevare il proletariato al potere, e un partito contrapposto, che si batteva perché ciò non avvenisse. Accanto una pletora di partitini si contendevano il voto degli scontenti e si mantenevano in vita con giochi di alleanze, in uno stato di perpetuo ricatto. Erano i satelliti che ruotavano attorno un pianeta (la democrazia cristiana). C'era la guerra fredda e "l'american way of life" veniva contrapposto al "russian way of life" con la foga di alterchi da bar. Un partito, sempre all'opposizione, si preparava di elezione in elezione a attrarre la maggioranza, un partito sempre al potere, approfittava della sua posizione per incamerare tangenti. Dopo l'implosione dell'Unione sovietica è rimasto sul campo solo il capitalismo con la sua febbre di consumare beni. Ora i partiti si assomigliano tutti con i loro programmi indirizzati a rendere la vita più confortevole, mentre le crisi continue erodono i redditi e la fiducia dei cittadini. Ora che dalle urne sbucano squallidi amministratori, incapaci e/o corrotti, designati direttamente dagli stessi partiti, si vota per tornaconto o per assuefazione.


I partiti esercitano l'autorità (l'imperio) senza godere della legittimità. E la democrazia? È una parola vuota, la più gettonata nei talk-show.


Un'epoca dove tutti si assomigliano e tutti si sforzano di essere diversi dagli altri.


I più conducono vite mediocri e banali mentre i mass-media sui teleschermi proiettano immagini di vite straordinarie.


Nella pubblica amministrazione gli uscieri si comportano come dirigenti e i dirigenti si comportano come uscieri.


Dopo millenni di dispute  tra filosofi e artisti, ministri assessori hanno irrevocabilmente risolto la questione: l'arte serve per incrementare l'industria turistica.


I politici si danno da fare per divenire eponimi di qualche riforma destinata a durare lo spazio di una legislatura.

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